Ipsen: via libera CHMP a cabozantinib nei tumori neuroendocrini avanzati

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Il Comitato per i Medicinali per Uso Umano (CHMP) dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha espresso parere positivo per cabozantinib, farmaco sviluppato da Ipsen, nel trattamento di tumori neuroendocrini (NET) pancreatici (pNET) ed extra-pancreatici (epNET) ben differenziati, non resecabili o metastatici, in progressione dopo almeno una terapia sistemica non basata su analoghi della somatostatina. La decisione finale da parte della Commissione Europea è attesa per la seconda metà del 2025.

Una nuova opzione in uno scenario con scarse alternative
I tumori neuroendocrini sono patologie oncologiche rare ma in aumento, con una prevalenza che oggi supera quella del tumore del pancreas esocrino e della vescica. Pur essendo spesso a crescita lenta, questi tumori possono colpire numerosi organi e necessitano di terapie diversificate, soprattutto in fase avanzata. Per molte localizzazioni, come i NET polmonari, mancano opzioni terapeutiche approvate, una volta che la malattia progredisce.
Il tasso di sopravvivenza a cinque anni dipende prevalentemente dalla sede primaria del tumore. Nel caso di NETs gastrointestinali e polmonari avanzati, in cui il tumore si è diffuso in sedi distanti del corpo, i tassi di sopravvivenza a cinque anni sono rispettivamente del 68% e 55%. Tuttavia, per i pazienti con pNET avanzati la prognosi è sfavorevole, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni del 23%.

I risultati dello studio CABINET
Il parere positivo del CHMP si basa sui dati dello studio clinico di Fase III CABINET, che ha coinvolto 298 pazienti con NET avanzati (pancreatici o extra-pancreatici), già sottoposti a terapia sistemica. I partecipanti sono stati randomizzati in rapporto 2:1 a ricevere cabozantinib oppure placebo.

Nei pazienti con pNET, la sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana è stata di 13,8 mesi con cabozantinib, contro 4,4 mesi con placebo (Hazard Ratio [HR] 0,23; p<0,001). In quelli con epNET la PFS è stata di 8,4 mesi vs 3,9 mesi (HR 0,38; p<0,001).

I dati sulla sopravvivenza globale non erano ancora maturi al momento dell’analisi, anche a causa del disegno crossover dello studio. Il profilo di sicurezza si è confermato coerente con quanto già noto per il farmaco, senza nuovi segnali rilevanti.

Verso un cambio di paradigma terapeutico
“I dati di efficacia dello studio di Fase III CABINET rappresentano un punto di svolta nella ridefinizione degli approcci terapeutici per le persone affette da tumori neuroendocrini pancreatici ed extra-pancreatici avanzati”, afferma Christelle Huguet, EVP e Head of Research and Development, Ipsen, “Il parere positivo da parte del CHMP conferma la potenzialità di tradurre questi dati in benefici significativi per i pazienti. Attendiamo ora con fiducia la decisione finale della Commissione Europea”.

“Il parere espresso dalla Commissione per i Prodotti Medicinali per uso Umano (CHMP) dell’EMA, relativamente all’utilizzo di cabozantinib nei pazienti affetti da NET avanzato, rappresenta una importante novità – commenta Nicola Fazio, Direttore Divisione di Oncologia Medica Gastrointestinale e Tumori Neuroendocrini, IEO – Qualora l’opinione del CHMP venisse recepita dalla Commissione Europea, cabozantinib sarebbe il secondo TKI dopo sunitinib a essere approvato nei NET, con la sostanziale differenza che andrebbe a coprire una tipologia di tumori più ampia includendo anche i NET extra-pancreatici, polmonari e a sede sconosciuta anche di alto grado. Questo rappresenta una grande opportunità per i pazienti con diagnosi di NET, ambito nel quale esistono ancora oggi poche opzioni terapeutiche valide, nonostante i progressi ottenuti nelle ultime decadi”.

Cabozantinib: meccanismo d’azione
Cabozantinib è una small molecule che inibisce diversi recettori tirosin-chinasici (VEGFR, MET, RET, TAM) coinvolti in processi fondamentali per la crescita tumorale, tra cui angiogenesi, metastasi, resistenza ai farmaci e modulazione dell’immunità tumorale. Il suo impatto su molteplici vie oncogeniche lo rende particolarmente adatto a colpire tumori complessi come i NET.

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